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Avatar di Andrea

In questo articolo ci sono così tanti pezzi di discussione che faccio fatica ad accettare di essere breve! Substack ci viene in aiuto, nel nostro essere prolissi, ma proverò a dire la mia e quindi ad arricchire il dibattito.

La letteratura, e quindi anche la narrativa, è implicitamente politica. Assolutamente vero.

Anche chi non segue la politica e si definisce a-partirico ha comunque una sua ideologia che può essere condivisa in alcuni punti dalla destra e in altre dalla sinistra. È inevitabile per tutte le persone che hanno un minimo di pensiero critico. Poi, per carità, se nessun partito ti rispecchia appeno ci sta, né mi stupirebbe dato il nostro magnifico Paese.

Quindi la letteratura è politica. Bravura dell'autore è non fartelo capire: più volte mi sono esposto dicendo che ogni libro è un dialogo, e l'unico compito del lettore è trovarci qualcosa. Di qualsiasi natura, beninteso. Certo, se quel qualcosa coincide con quello che voleva l'autore, tanto meglio. Se invece ci trova altro, io Autore mi farei due domande o farei due domande al mio lettore.

Seconda domanda: rapporto tra letteratura e sociologia. Ecco la mia idea, che sta nel dire che studiare il mercato, le tendenze e quello che dicono quelli bravi che tengono i corsi e "si sono fatti un nome" è già di per sé sociologia. Pensiamo anche solo a tutte le volte che abbiamo detto "il lettore sta perdendo la soglia dell'attenzione di anno in anno", e quindi i libri devono adeguarsi.

Non è forse sociologia, questa? Io dico di sì, perché chiunque ha un po' di pensiero critico vuole chiedersi perché questa soglia dell'attenzione cala e come può porvi rimedio.

Sì, ho detto porvi rimedio. La lettura deve essere un piacere "lento", per essere gustato. Anzi, io sono ancora più radicale perché dico che tu devi ricordarti tutti i libri che leggi. Se non li ricordi, qualcosa non va nel libro oppure lo hai letto troppo in fretta.

Però ecco, questo piccolo esempio si propone come un piccolo tassello della realtà sociologica in cui siamo... IMMERSI.

Non trovi?

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Avatar di Gabriella Zonno

Non so se condivido tutto, ma di certo c'è che la tua riflessione é molto interessante

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